UNA SPIDER PER LA MILLE MIGLIA

1 Agosto 2014

All’arrivo della recente Mille Miglia, che si è conclusa domenica 18 maggio in un gremitissimo Viale Rebuffone a Brescia, un caro amico ed amabile collezionista, che aveva già affrontato altre tre edizioni della Corsa con rare ed inguidabili vetturette sportive degli anni quaranta e cinquanta, scendendo dalla confortevole Jaguar XK 120 OTS guidata dal cugino, mi si avvicina allegro e soddisfatto e mi dice: -Eccola qui, certo che questa è proprio la macchina giusta con cui affrontare un week end di 1700 chilometri! .

Resto sbalordito e penso: “Ma come? Quando abbiamo venduto al cugino la bellissima roadster del 1951, sembrava che non fosse un pezzo abbastanza blasonato ed importante rispetto a Stanguellini, Ermini, Moretti e barchette varie ed invece oggi, dopo aver galoppato in giro per l’Italia insieme ad altri quattrocento equipaggi, scopriamo che anche una non certo unica XK 120 è un’auto che non va per nulla snobbata?” .

Riflettendo meglio, mi rendo conto che per lui, come per molti altri appassionati, l’ambizione di guidare auto di prestigio, la cui iscrizione garantisce con certezza di essere accettati alla manifestazione bresciana, va molto spesso a scapito del divertimento e, passata la soglia dei sessant’anni, si rasenta una fatica fisica molte volte insopportabile; certo, se fosse per il valentissimo comitato organizzatore o per il navigato pubblico di patiti della Mille Miglia, in gara dovremmo vedere solo esemplari unici, inconsuete barchette italiane o vetture sport d’anteguerra con un curriculum straordinario!

Se poi si hanno ambizioni di classifica, ormai tutti sappiamo che il regolamento della regolarità a punti premia con maggior coefficiente le auto più datate e particolari e quindi, a parità di prestazioni, una pur bella Aston Martin degli anni cinquanta è meno qualificata di una Le Mans del 1930; in questo senso, anche il mercato ha subito mutamenti, evoluzioni e forti impennate proprio nelle quotazioni degli esemplari, non solo eleggibili, ma con il maggior coefficiente di gara. E’ nota la forte domanda di auto da corsa degli anni trenta e di mezzi originali che abbiano realmente partecipato alla gara tra il 1927 ed il 1957.

Detto ciò, parrebbe sciocco pensare di accostare una bella spider al fenomeno Mille Miglia, se non fosse che una bella scoperta italiana o inglese degli anni cinquanta rappresenta la soluzione più godibile per scorrazzare in tutta sicurezza da Brescia a Roma e ritorno; e poi, visto che anche la valenza storica vuole la sua parte, come dimenticare che i veri “gentlemen driver” del primo dopoguerra partecipavano con successo alla Corsa con le stesse auto con cui prendevano l’aperitivo in riviera o il caffè al bar Impero di Piazza della Vittoria?

Non possiamo certo dimenticare, poi, che i modelli più eleganti tipici di tutta una generazione di auto sportive prendevano spunto, forma e motivo di sviluppo proprio dalla partecipazione alla Mille Miglia; è il caso questo, oltre che della già citata Jaguar, delle piccole Triumph TR2 e delle Austin Healey 100, nella versione a quattro come in quella a sei cilindri. Sono tutte auto che, seppur costruite in migliaia di esemplari, non hanno nulla da invidiare alle più rare AC Ace Roadster, Arnolt Bristol Bolide e Lancia Aurelia B24 Spider, eleganti, sportive e modernamente confortevoli.

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